Oltre al matrimonio vero, quello con tanto di moglie e con tanto di figli, ce n’è un altro: il proprio lavoro.
Quando ventisei anni fa mi sono laureato (ricorre oggi infatti la ricorrenza) questo fu il primo matrimonio che feci, quello con la professione di agronomo.
Un matrimonio fatto di alti e bassi, ma dal quale non si può mai uscire, dal quale non possiamo mai tirarci fuori.
La nostra laurea, la nostra professione, nonostante tutti gli attacchi esterni, è sempre la nostra sposa per sempre!
E la foto … è davvero PERTINENTE (sperando che all’Assessorato, invece, non la giudichino da archiviare senza alcuna motivazione apparente).
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
...e vallo a fare capire alle nostre dolci metà!
RispondiEliminaAttenzione Sig.ri c'è la possibilità che la nostra testa diventa pesante.
RispondiEliminaIo dico che ancora non abbiamo gli spazi che ci meritiamo. Ho avuto sempre una visione "nobile" della nostra professione, meritevole di maggiore attenzione. Spesso siamo così autolesionisti ci archiviamo da soli! Mah!
RispondiEliminaCiccio Platania
Siamo l'esatta espressione del comparto agricolo. Disgregati
RispondiEliminadutturi vicu!
RispondiEliminaju mi maritai ca!nda chiana, e siddu u voli sapiri propria a centru di chiana!