Il collega emiliano Marco Felicani mi segnala su Facebook questo articolo apparso su Repubblica.
Copio/incollo ...
GIOVANI contadini travestiti da fantasmi. Così ieri mattina gli attivisti del "Coordinamento romano accesso alla terra" si sono presentati davanti alla sede dell'Arsial per un flash mob, chiedendo che l'ente proceda tramite un bando all'assegnazione delle terre, interrompendo le procedure di alienazione. Fantasmi perché tali si sentono considerati dall'Agenzia regionale per lo sviluppo dell'agricoltura nel Lazio, un enorme baraccone che per salvarsi sta procedendo alla vendita dei beni che ha in gestione. «Con questa pratica la speculazione edilizia è dietro l'angolo», dichiara Piero Malenotti del coordinamento. «Prima mossa: le società immobiliari acquistano. Seconda mossa: arriva una variante urbanistica che dà il via libera al cemento».
«Noi invece chiediamo che le terre pubbliche vengano date in affitto ai giovani agricoltori spiega Marta Di Pierro, 31 anni, imprenditrice agricola della cooperativa Carlo Pisacane perché l'agricoltura, che noi intendiamo biologica, produce reddito, occupazione e mantiene il terreno. Lo stato è in deficit, noi gli paghiamo l'affitto e facciamo fruttare le terre. Ma deve essere un affitto agricolo, di 15 anni, che permetta di investire e attendere i risultati». Uno spiraglio si apre. Dopo un'assemblea coni lavoratoriei rappresentanti sindacali Cgil e Usb di Arsial, una delegazione di sindacalisti e manifestanti è stata ricevuta dal direttore, Carlo Gabrielli, che siè impegnato a pubblicare, in tempi rapidi, l'inventario delle terre pubbliche nella disponibilità di Arsial e a ricevere nuovamente le forze sociali per concordare le procedure di assegnazione.
«Ma nella nostra vertenza chiarisce Giacomo Lepri, 27 anni, agricoltore nella cooperativa Cobragor - ci sono tutte le terre pubbliche disponibili, non solo quelle dell'Arsial. Quelle di Comune, Provincia e Regione, molte delle quali stanno andando alla malora e neanche si conoscono. Per esempio, ci sono i 60 ettari a Campagnano, i 100 ettari di Colle del Pero, a Quarto degli Ebrei. Noi vogliamo trasformare questi terreni in parchi urbani agricoli, come già esistono nel nord, per praticare l'agricoltura, ma anche per incentivare le fattorie didattiche, invece che darli in pasto alla speculazione edilizia». Su due proprietà dell'Arsial alienate nel 2009, Malborghetto e Capocotta, è in corso un'inchiesta della procura per corruzione e abuso d'ufficio. «Bisogna fermare la svendita del patrimonio pubblico di terre di ottima qualità che oggi, purtroppo, rientrano nelle mire dei privati e destinarle ai giovani», dicono Nando Bonessio dei Verdi e Ivano Peduzzi, Rifondazione. Solidarietà anche da Gianluca Peciolae Gino De Paolis di Sel.
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