24 marzo, 2016

Lettera dall.avv. Lina Arena - palazzo di giustizia

Ricevo dall'avv. Lina Arena e pubblico.

Palazzo di giustizia e le soluzioni tampone
l'intervento dell'ing. Gaetano D'Emilio, storico  consulente dell'urbanistica a Catania, sul tema della localizzazione del Palazzo di Giustizia  nel palazzo-rudere dell'ex Poste di viale Africa, convalida le perplessità da me , semplice cittadina, manifestate sulle scelte operate dai cervelloni che reggono le sorti urbanistiche della città.
Ritengo che sia molto grave  l'affermazione della  scelta tampone per  la soluzione di un problema  molto grave ed annoso come quello di trasferire in una sede dignitosa gli uffici  della Giustizia a Catania.
La soluzione " tampone" è una non soluzione. E' una  non scelta. E' solo un accomodamento momentaneo ad un problema grave  che affligge l'intera città e l'intero comprensorio urbano. Ed è grave ancora il suggerimento dell'ing. D'Emilio perchè rivela  la cultura delle disastrate  scelte urbanistiche  poste in essere nel territorio  catanese  all'insegna della provvisorietà e della soluzione  eccezionale e precaria.
Ma vorrei chiedere  a questo illustre urbanista  che per tanti anni ha occupato la poltrona dell'assessorato all'urbanistica  della città di Catania se non ritiene che sia giunto il tempo, dopo tanti disastrosi insediamenti posti in essere nel nostro  recente passato ( Piazza Europa insegni ), di archiviare la cultura " tampone" per dare spazio a scelte mirate e  tecnicamente intelligenti  da affidare non ai maghi  del precario e  dell'utile  momentaneo  ma a professionisti che possono mettere a frutto  principi e conoscenze scientifiche  per la soluzione di problemi  che interessano la collettività .A questo punto debbo pensare che forse per troppo tempo questa città  è stata amministrata  e gestita da tecnici   che per essere digiuni  del sapere scientifico, hanno fatto affidamento sul sistema " tampone"  per giustificare  gli sfregi arrecati al territorio ed  i torti  subiti da quanti in buona od in mala fede li hanno autorizzati ad operare in loro nome.
Forse è proprio la cultura del " tampone" che bisogna cancellare  e con essa tutti i soloni che  hanno  messo a frutto la loro incultura ed incapacità.
avv. Lina Arena

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