La fine della "data certa"

Il servizio "data certa" degli uffici di Poste Italiane è cessato il 1° aprile di quest'anno.

Il servizio, che altro non era che l'apposizione di una timbro postale con la data su una marca da bollo o su un francobollo apposto su di un atto, certificava che quella dell'apposizione del timbro era la "data certa".

La "data certa" aveva lo scopo di dare la certezza della data in cui era stato firmato un documento.

Cosa fare adesso, quindi?

O si manda una raccomandata senza busta a se stessi, o una PEC a se stessi o si provvede alla marca temporale sui documenti informatici.

Su sito internet di un noto gestore telematico così viene definita la marcatura temporale (in copia/incolla):

La Marca Temporale è un servizio offerto da un Certificatore Accreditato, che permette di associare data e ora certe e legalmente valide ad un documento informatico, consentendo quindi di associare una validazione temporale opponibile a terzi. (cfr. Art. 20, comma 3 Codice dell’Amministrazione Digitale Dlgs 82/2005).

Il servizio di Marcatura Temporale può essere utilizzato sia su file non firmati digitalmente, garantendone una collocazione temporale certa e legalmente valida, sia su documenti informatici sui quali è stata apposta Firma Digitale: in tal caso la Marca Temporale attesterà il preciso momento temporale in cui il documento è stato creato, trasmesso o archiviato.

Apporre una Marca Temporale ad un documento firmato digitalmente pertanto fa si che la Firma Digitale risulti sempre e comunque valida anche nel caso in cui il relativo Certificato risulti scaduto, sospeso o revocato, purché la Marca sia stata apposta in un momento precedente alla scadenza, revoca o sospensione del Certificato di Firma stessa.

Come sancito dall'articolo 49 del Dpcm del 30/03/2009, le Marche Temporali emesse devono essere conservate in appositi archivi per un periodo non inferiore a 20 anni.

L'apposizione di una Marca Temporale a un documento firmato digitalmente, quindi, ne garantisce la validità nel tempo.