Ben due settimane fa ho scritto al Ministro leghista Luca Zaia una lettera (che trovate cliccando qui).
Due settimane d'attesa coronate solo da silenzio assoluto. (Forse il Ministro sta facendo la DIA o il piano di concimazione dell'abominevole carta dei nitrati?)
Eppure sul suo sito, alla sezione Zaia posta, hanno scritto in molti, la maggior parte del nord (a leggere i cognomi), ed anche l'ing. Delfo Fusillo, al quale il Ministro non ha risposto, ma ha pubblicato la lettera.
Meditavo sul fatto che durante il giuramento innanzi al Capo dello Stato il Ministro si sarebbe dovuto impegnare a rispondere a tutti gli agricoltori (me compreso) ed a tutti i tecnici (me compreso).
Il silenzio di due settimane continuative attesta, senza appello e senza ombre di smentite, che il Ministro adotta due pesi e due misure. Del resto è ciò che sbandiera nel suo sito.
E la deputazione siciliana sta in silenzio!
Trovo logico e conseguente il fatto che il Ministro taccia sulla questione che gli hai sottoposto. Non può un Ministro rispondere a tutte le istanze.E' ignobile invece che un cittadino si debba rivolgere ad un Ministro senza poter prima interpellare e coinvolgere un politico cui gli ha magari dato il voto.Questa è la prova dell'ignoranza totale del mondo politico che ci circonda e che costituisce, secondo me, un muro di protezione del responsabile politico apicale.I nostri rappresentanti in Parlamento e altrove sono delle pedine che si muovono sulla base delle indicazioni che provengono dall'alto.Sono solo degli inconsapevoli strumenti nelle mani di gestori di interessi superiori. Nel caso che ci riguarda, las politica agricola tende ad emarginare i bisogni e le esigenze deg,li agricoltori siciliani. Forse perchè abituati a chiedere e a non dare mai quel che residua.Non sono molto esperta nella materia. Credo però che ci dev'essere qualche segreto che ci rende estranei alla politica agricola nazionale.
RispondiEliminail ministro non si vergogna
RispondiEliminanon ha risposto a lei e nemmeno a me
Luca perchè non rispondi al mio caro Vigo?
RispondiEliminaIn attesa del ministro Zaia...scopriamo le carte al ministro Brunetta.....
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Che furbetto quel Brunetta
di Emiliano Fittipaldi e Marco Lillo
La trasferta a Teramo per diventare professore. La casa con sconto dall'ente. Il rudere che si muta in villa. Le assenze in Europa e al Comune. Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni
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La prima immagine di Renato Brunetta impressa nella memoria di un suo collega è quella di un giovane docente inginocchiato tra i cespugli del giardino dell'università a fare razzia di lumache. Lì per lì i professori non ci fecero caso, ma quella sera, invitati a cena a casa sua, quando Brunetta servì la zuppa, saltarono sulla sedia riconoscendo i molluschi a bagnomaria. Che serata.
La vera sorpresa doveva ancora arrivare.
Sul più bello lo chef si alzò in piedi e, senza un minimo di ironia, annunciò solennemente: "Entro dieci anni vinco il Nobel. Male che vada, sarò ministro".
Eravamo a metà dei ruggenti anni '80, Brunetta era solo un professore associato e un consulente del ministro Gianni De Michelis.
Ci ha messo 13 anni in più, ma alla fine l'ex venditore ambulante di gondolette di plastica è stato di parola.
In soli sette mesi di governo è diventato la star più splendente dell'esecutivo Berlusconi.
La guerra ai fannulloni conquista da mesi i titoli dei telegiornali.
I sondaggi lo incoronano - parole sue - 'Lorella Cuccarini' del governo, il più amato dagli italiani.
Brunetta nella caccia alle streghe contro i dipendenti pubblici non conosce pietà.
Ha ristretto il regime dei permessi per i parenti dei disabili, sogna i tornelli per controllare i magistrati nullafacenti e ha falciato i contratti a termine.
Dagli altri pretende rigore, meritocrazia e stakanovismo, odia i furbi e gli sprechi di denaro pubblico, ma il suo curriculum non sempre brilla per coerenza.
A 'L'espresso' risulta che i dati sulle presenze e le sue attività al Parlamento europeo non ne fanno un deputato modello. Anche la carriera accademica non è certo all'altezza di un Nobel. Ma c'è un settore nel quale l'ex consigliere di Bettino Craxi e Giuliano Amato ha dimostrato di essere davvero un guru dell'economia: la ricerca di immobili a basso costo, dove ha messo a segno affari impossibili per i comuni mortali.
Chi l'ha visto.
Appena venticinquenne,Brunetta entra nel dorato mondo dei consulenti (di cui oggi critica l'abuso). Viene nominato dall'allora ministro Gianni De Michelis coordinatore della commissione sul lavoro e stende un piano di riforma basato sulla flessibilità che gli costa l'odio delle Brigate rosse e lo costringe a una vita sotto scorta.
Poi diventa consigliere del Cnel, in area socialista.
Nel 1993, durante Mani Pulite firma la proposta di rinnovamento del Psi di Gino Giugni.
Nel 1995 entra nella squadra che scrive il programma di Forza Italia e nel 1999 entra nel Parlamento europeo.
Proprio a Strasburgo, se avessero applicato la 'legge dei tornelli' invocata dal ministro, il professore non avrebbe fatto certo una bella figura. Secondo i calcoli fatti da 'L'espresso', in dieci anni è andato in seduta plenaria poco più di una volta su due. Per la precisione la frequenza tocca il 57,9 per cento. Con questi standard un impiegato (che non guadagna 12 mila euro al mese) potrebbe restare a casa 150 giorni l'anno. Ferie escluse. Lo stesso ministro ha ammesso in due lettere le sue performance: nella legislatura 1999-2004 ha varcato i cancelli solo 166 volte, pari al 53,7 per cento delle sedute totali. "Quasi nessun parlamentare va sotto il 50, perché in tal caso l'indennità per le spese generali viene dimezzata", spiegano i funzionari di Strasburgo. Nello stesso periodo il collega Giacomo Santini, Pdl, sfiorava il 98 per cento delle presenze, il leghista Mario Borghezio viaggiava sopra l'80 per cento. Il trend di Brunetta migliora nella seconda legislatura, quando prima di lasciare l'incarico per fare il ministro firma l'elenco (parole sue) 148 volte su 221.
Molto meno comunque di altri colleghi di Forza Italia: nello stesso periodo Gabriele Albertini è presente 171 volte, Alfredo Antoniozzi e Francesco Musotto 164, Tajani, in veste di capogruppo, 203.
La produttività degli europarlamentari si misura dalle attività.
In aula e in commissione.
Anche in questo caso Brunetta non sembra primeggiare: in dieci anni ha compilato solo due relazioni, i cosiddetti rapporti di indirizzo, uno dei termometri principali per valutare l'efficienza degli eletti a Strasburgo. L'ultima è del 2000: nei successivi otto anni il carnet del ministro è desolatamente vuoto, fatta eccezione per le interrogazioni scritte, che sono - a detta di tutti - prassi assai poco impegnativa. Lui ne ha fatte 78. Un confronto? Il deputato Gianni Pittella, Pd, ne ha presentate 126. Non solo. Su 530 sedute totali, Brunetta si è alzato dalla sedia per illustrare interrogazioni orali solo 12 volte, mentre gli interventi in plenaria (dal 2004 al 2008) si contano su due mani. L'ultimo è del dicembre 2006, in cui prende la parola per "denunciare l'atteggiamento scortese e francamente anche violento" degli agenti di sicurezza: pare non lo volessero far entrare.
Persino gli odiati politici comunisti, che secondo Brunetta "non hanno mai lavorato in vita loro", a Bruxelles faticano molto più di lui: nell'ultima legislatura il no global Vittorio Agnoletto e il rifondarolo Francesco Musacchio hanno percentuali di presenza record, tra il 90 e il 100 per cento. (13 novembre 2008)
Fonte:http://espresso.repubblica.it/
Il poeta Fabrizio De Andrè quando scrisse "Un Giudice" si riferiva a qualcuno in particolare?
RispondiEliminaA Milano il primo Sportello Anti-Discriminazione, per tutelare i meridionali
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A Milano,sabato 15 novembre 2008, è stato inaugurato in via sperimentale, uno Sportello Anti-Discriminazione che si occuperà di ascoltare e dare supporto ai meridionali che vivono e lavorano al nord.
La nascita di uno Sportello Anti-Discriminazione, il primo del genere in Italia, nasce dall’esigenza sempre più forte di tutelare i diritti dei cittadini meridionali emigrati nel Nord Italia, che mai come oggi vengono messi in discussione.
Tale problematica, che rischia a lungo andare, di creare delle vere e proprie spaccature sociali, ha origine nella politica spregiudicata e di divisione della Lega Nord, ma soprattutto nella pesante crisi economica e recessiva che sta letteralmente facendo inabissare il tessuto industriale del Settentrione.
In questi ultimi tempi sono stati approvati dei provvedimenti, sul pubblico impiego, che limitano fortemente l’accesso al lavoro ai meridionali immigrati; ci aspettiamo in un futuro non tanto lontano, il licenziamento o l’assuzione lavorativa sulla base del luogo di provenienza delle risorse umane.
Sono decine i contatti e le mail giunte fino ad oggi all’indirizzo di posta della nostra Associazione, richieste di aiuto che ci hanno spinto a mettere in piedi questo servizio; come il caso di una ragazza che si è vista strappare il curriculum in faccia, in un noto centro commerciale del comasco, solo perchè di origini meridionali.
ORARI DELLO SPORTELLO:
CALL CENTER: 328 32 79 303 - LUNEDI-DOMENICA - dalle ore 11:00 alle ore 12:00
E-MAIL: comitato@comitatolombardo.org
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Davide