Ieri mattina ho sentito la ditta di cui veniva esposto il bollino in quell'arancia posta fra arance sudafricane di cui ho parlato ieri.
Così come ha anche scritto il collega dott. agr. Francesco (Ciccio) Platania, trattasi di arancia cv. "calabrese" di origine siciliana, posto in mezzo ad altre arance navel di origine sudafricana.
La ditta mi assicura che quell'unico pezzo, proprio quello col bollino, è arancia di loro lavorazione e ne riconoscono il bollino.
A questo punto ritengo che si siano potute verificare due situazioni diverse:
1) che qualche cliente del supermercato abbia preso l'arancia da altro scaffale e poi l'abbia riposta lì;
2) l'addetto alla ortofrutta nel rifare l'assortimento, abbia preso le arance da uno scaffale e le abbia riposte nell'altro.
Certamente le altre arance non sono siciliane.
Certamente nello scaffale le indicazioni di arance provenienti dal Sudafrica sono corrette.
Ma questa segnalazione, ovviamente, fa riflettere: acquistate frutta di stagione ... la più buona ... possibilmente quella nostra ...
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RispondiEliminaDate le circostanze attenuanti generiche e le convincenti ma non esaustive tesi formulate dai dottori Vigo e Platania, MI SCUSO PUBBLICAMENTE per aver dubitato, in questo caso, della buona fede dell'anonima ditta in questione.
RispondiEliminaCiò non toglie il fatto che tali reati vengono perpetrati con regolarità da altre figure del settore. Pertanto chiedo a chiunque ne venga a conoscenza di chiederne conto e ragione, per il bene dei produttori e degli onesti commercianti.