Non si comprende affatto perchè mai debbano venir riconosciuti rimborsi per danni, seppur eccezionali, da fitopatie ai vigneti.
La cosa in sè può farmi solo piacere per tutti quei viticoltori colpiti a suo tempo dalla peronospera, ma insisto a dire che si usano due pesi e due misure.
Se l'Amministrazione Regionale interviene per rimborsare questi danni, non si comprende perchè non debba intervenire per rimbosare i danni dal Virus della Tristezza negli agrumi, o i danni causati dalla Tuta Absoluta, o i danni causati dall'oidio nei meloni, ecc.
E nel frattempo che l'Amministrazione Assessoriale pensa al rimborso dei danni da peronospera, stiamo per compiere un anno dalla pugnalata ferragostana, e due anni e mezzo dalle tremende gelate che distrussero buona parte della produzione agrumicola e degli impianti arborei.
E tutto tace ...nonostante le promesse ...
Qualche giorno fa l'Agea ha pubblicato una nota con la quale si fregiava di aver pagato 1,83 miliardi di euro ai produttori di tutta Italia. Ebbene: i pagamenti sono stati "da elemosina". Piccole porzioni dell'importo dovuto e i cosiddetti "ecoschemi" (una delle ultime cose strampalate della attuale politica agricola comunitaria) non sono stati pagati. E non è stato pagato nemmeno il premio "bio". Vorrei ricordare all'Agea che siamo al 27 novembre! Agea, dove sei che non ti vedo!
mi piacerebbe conoscere la storia delle ragioni per cui in agricoltura il diritto al risarcimento dei i danni alle colture rappresenta una soluzione alla componente del rischio imprenditoriale.Credo vi debbano essere delle ragioni legate alle difficoltà del mercato ed alla necessità di far sopravvivere lo stesso imprenditore agricolo .Queste forme di intervento credo debbano collidere con il principio del rischio in tema di concorrenza capitalistica.
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